venerdì 27 dicembre 2019

Lettera di fine anno

Buongiorno,
tra pochi giorni finisce un anno che per noi, volontari di Ains onlus, è stato impegnativo ma ricco di
soddisfazioni. A fine ottobre abbiamo terminato il progetto Borgo Attivo iniziato 18 mesi fa che ci ha visto impegnati nel quartiere Borgo Ticino per i cittadini insieme ad altre 4 associazioni di volontariato. Abbiamo poi iniziato un percorso con il Centro Diurno IN&OUT de la Casa del Giovane, un percorso in autonomia, che ci ha visto impegnati a parlare di educazione alla salute, prevenzione e stili di vita ad un gruppo, 25-30, senza fissa dimora con dipendenze varie ospiti della struttura. E poi abbiamo vinto un progetto finanziato dalla Regione Lombardia sempre per lavorare con loro, con le loro fragilità. Ma non solo: siamo reduci da un mese, quello di novembre, pieno di eventi intorno all’allestimento di una mostra fotografica che abbiamo chiamato “Si passa e si va. I luoghi della fragilità” dove abbiamo voluto raccontare attraverso 25 immagini fotografiche realizzate da Giuseppe Dezza, le fragilità umane presenti in alcuni luoghi di Pavia (mense, dormitori, strade, piazze, ecc.). “Si passa e si va. I luoghi della fragilità” contro l’indifferenza per riflettere e
pensare. E’ stato un mese impegnativo perché durante l’esposizione della mostra si sono organizzati quattro eventi per parlare, ascoltare, confrontarsi con esperti che quotidianamente lavorano con le fragilità. E poi, oltre a tutto questo, c’è il Guatemala che continua ad esserci e crescere con il Comedor Infantil-Casa 4 luglio che è una realtà sempre più presente e importante con un’attenzione particolare ai bisogni delle persone che vivono nella baraccopoli di Santa Gertrudis. Non vi nascondiamo che le difficoltà ci sono però si continua perché è un dovere farlo e non possiamo permetterci di far ritornare nella povertà, a volte estrema, chi stiamo aiutando da sette anni da quando è stata aperta la struttura. Anche qui si continua con impegno e su due fronti: quello dell’aiuto economico e della vicinanza e quello dell’informazione, della sensibilizzazione a Pavia e in provincia sull’America latina, sui suoi problemi sulle buone pratiche che in questo continente ci sono e fioriscono sempre più. Siamo infatti reduci da una rassegna presso il Salone Teresiano della
Biblioteca dell’Università di Pavia dove abbiamo presentato il libro “Frontiera Amazzonia. Viaggio nel cuore della terra ferita” ospitando Lucia Capuzzi, l’autrice, e abbiamo raccontato attraverso le immagini di Giuseppe Dezza, il Salvador. Per noi è importante aiutare e contemporaneamente raccontare il paese dove operiamo. Le due cose non sono separabili.
Concludiamo questo nostro scritto chiedendovi di darci la possibilità di continuare ad aiutare il Guatemala, anche per il 2020, sostenendo, se potete e volete, questi micro ma importanti e utili progetti che danno veramente una mano a chi non ce la fa, a due fragilità presenti nella popolazione guatemalteca: i bambini e gli anziani.
 Con 10,80 euro al mese,129,60 all’anno si finanzia il microprogetto “Bolsa Solidaria” dove si compra cibo (riso, fagioli, sale, pasta, incaparina, olio, latte in polvere e avena) per riempire una
borsa da distribuire ad un anziano che vive nella baraccopoli di Santa Gertrudis. Gli anziani che
usufruiscono di questo pacco alimentare sono 26 e il costo complessivo annuo è di 3.240 euro.
 Con 21,6725 euro al mese, 0,90 euro al giorno si garantisce ad un bambino il pranzo per 6 giorni alla settimana dal lunedì al sabato.
E poi c’è la Campagna che abbiamo lanciato e che continuerà per tutto il 2020 fino a quando non avremo raggiunto l’obiettivo 50 cioè esser riusciti ad iscrivere a scuola 50 bambini. È un obiettivo che ci siamo posti, che ci crediamo e che che sappiamo non essere impossibile. Ecco quello che vi chiediamo con un investimento annuo di 200 euro
Il 2020 per noi di ains onlus, volontari in e per il Guatemala da 21 anni, sarà l'anno dell'educazione, del provare a iscrivere più bambine e bambini a scuola per dar loro la possibilità di studiare, imparare, conoscere, crescere e seminare per una vita, da grandi, diversa dove, sapendo, si ha la possibilità di scegliere cosa è bene e cosa è male.
Il nostro impegno sarà quello di raccontarvi quanto è importante avere la possibilità di studiare per chi vive in una parte del mondo dove le scuole ci sono ma non garantiscono un’educazione di qualità. Dove per studiare bisogna avere i soldi per iscrivere i propri figli in una scuola privata perché per lo stato l’educazione non è un diritto, non è una priorità. Dove un genitore, se deve decidere tra la scuola e il lavoro, manda i propri figli a lavorare già a cinque, sei anni perché spesso la scuola è a ore di cammino da casa e per arrivarci bisogna pagare il passaggio con il pullman che costa caro e per un genitore è più conveniente tenerlo a casa, mandarlo a lavorare. Per questo e tanti altri motivi è importante dare la possibilità di andare a scuola a chi non ce l’ha, a chi non ce la fa. Se avete voglia di far parte di questa nostra idea, di questo nostro progetto, contattateci al 339 2546932 (Ruggero Rizzini, volontario AINS onlus) o all’email ains.onlus@libero.it

Il codice IBAN del conto corrente postale di AINS onlus è:
IT70 W076 0111 3000 0004 6330 429
Codice BIC/SWIFT: BPPIITRRXXX CIN: w
ABI: 07601
CAB: 11300
N.CONTO: 000046330429

Grazie
Concetta Barbato, Renza Baroni, Giulia Dezza, Elisa Moretti, Elena Raschini,
Andrea Bellingeri, Ruggero Rizzini
Volontari Ains onlus

martedì 1 ottobre 2019

“SI PASSA E SI VA. I LUOGHI DELLA FRAGILITA’”-Mostra fotografica. Autore: Giuseppe Dezza.

Dal 9 novembre al 5 dicembre
Inaugurazione 9 novembre
Sala Convegni della Provincia Pavese, viale Canton Ticino 16, Pavia
SI PASSA E SI VA. I LUOGHI DELLA FRAGILITA’”
Mostra fotografica. Autore: Giuseppe Dezza.
“I luoghi della fragilità” è un percorso attraverso immagini fotografiche nei luoghi della fragilità presenti nella città di Pavia (mense di poveri, dormitori, servizi di assistenza a persone bisognose, piazze, luoghi abbandonati, centri diurni, ecc) che si pone l’obiettivo di risvegliare le coscienze e far riflettere.
La mostra è visitabile a ingresso libero tutti i giorni dalle 15.00 alle 19.00
Durante il mese ci saranno altri appuntamenti sul tema della fragilità a Pavia e nel mondo.
Per info: 339-2546932
Organizzato da A.I.N.S. onlus, in collaborazione con APS Presi nella Rete, Ass.Culturale Il Mondo Gira, Il Girasole di Travacò.
 
Da La Provincia Pavese del 25 settembre 2019                                                                
                                                                                                                                               Con le immagini scattate a Pavia da Giuseppe Dezza (fotografo italiano che vive negli Stati Uniti) sarà allestita una mostra sulla fragilità.« Abbiamo deciso di far conoscere alla cittadinanza i tanti luoghi del dolore e della sofferenza che sfioriamo tutti i giorni senza riflettere - spiega Ruggero Rizzini, presidente di Ains -. Dormitori, mense, la Casa del giovane, l'arsenale. Ci passiamo davanti e non pensiamo a chi vive lì. Dimenticandoci che il confine tra stare bene e stare male, tra povertà e benessere è molto sottile. Basta un nulla, come la perdita del posto di lavoro, che le persone sono costrette a rivolgersi alla Caritas, a chiedere il pacco di pasta. Noi con la Provincia Pavese vogliamo raccontare questi luoghi. E il nostro racconto passa attraverso le testimonianza di casi o soluzioni anche positive. Così, dopo l'inaugurazione con il fondatore della Casa della Carità di Milano don Colmegna e con don Franco Tassone, vogliamo proporre le esperienze di cooperazione di Ayamè e Italia Uganda. Per tornare a riflettere sul senso della cooperazione. Con Giorgio Casagranda, di Trentino solidale, vogliamo raccontare un'esperienza positiva. Partendo dalla distribuzione dei pacchi alimentari è nata un'autentica multinazionale della bontà».

giovedì 12 settembre 2019

Guatemala: Il governo dichiara lo “stato d’assedio” in sei province e ventidue municipi

di Simone Scaffidi (da Repubblica)
Cittá del Guatemala – All’indomani delle elezioni che hanno visto trionfare ancora una volta l’estrema destra conservatrice e dell’ennesimo grave scandalo politico di corruzione, che ha portato alla detenzione della pluricandidata presidenziale Sandra Torres, il presidente uscente Jimmy Morales ha dichiarato lo “stato di assedio” in sei province e ventidue municipi delle regioni nord-orientali del Paese. Il 7 settembre scorso il Congresso ha ratificato il decreto avvallando le restrizioni dei diritti costituzionali e dando il suo benestare allo “stato di eccezione”. Ma cosa implica lo “stato di assedio” e cosa ha spinto il presidente della Repubblica e il Congresso a promuovere un’azione politica e militare tanto aggressiva?
La narcoguerra. Lo stato d’assedio puó essere dichiarato, secondo l’articolo 138 della Costituzione: “in caso di invasione del territorio, di grave perturbazione della pace, di attivitá contro la sicurezza dello Stato o di  pubblica calamitá”. Il 3 settembre scorso tre militari sono stati uccisi nella comunitá Semuy II, nel municipio di El Estor, nei dintorni del Lago Izabal. Non é ancora chiara la dinamica dei fatti ma secondo la ricostruzione del Presidente della Repubblica i militari hanno fatto irruzione nella comunitá con il fine di indagare su presunti gruppi legati al narcotraffico e di identificare un aereo che trasportava droga. La comunitá avrebbe difeso i narcotrafficanti usando donne e bambini come scudo umano e in un secondo momento avrebbe attaccato i militari. Nello scontro sono morti tre soldati e spno rimasti feriti due abitanti della comunitá, un uomo e una donna. A questa versione se sono aggiunte molte altre, che smetiscono la ricostruzione del governo, ma resta il fatto che questo evento, raccontato in questa maniera, é stato preso a pretesto per decretare lo “stato di assedio”.
La criminalizzazione dei movimenti sociali. Nel suo discorso di condanna per i gravi fatti accaduti Jimmy Morales ha perpetrato uno dei must della sua legislatura. Ha attaccato ancora una volta le organizzazioni civili e i movimenti sociali, apostrofando i presunti narcotrafficanti come “pseudo-contadini e pseudo-attivisti per i diritti umani”. Durante il suo governo la criminalizzazione delle organizzazione indigene di base e delle Ong é stata legittimata a livello istituzionale attraverso un costante screditamento della societá civile e di chi la difende, culminato con la revoca del mandato della Commissione Internazionale contro l’Impunitá in Guatemala promossa dall’ONU.
L’accostamento tra narcos e attivisti. Non stupisce dunque l’accostamento tra narcos e attivisti, come non sorprende la volontá di reprimere le comunitá indigene che resistono agli interessi delle imprese multinazionali e dello Stato e che rivendicano il proprio diritto alla vita e alla non contaminazione dei territori che abitano. Lo “stato di assedio” viene giustificato davanti all’opinione pubblica come una misura di sicurezza necessaria per la lotta al narcotraffico, ma la storia americana degli ultimi decenni ci ricorda che la  narcoguerra altro non é che uno strumento per difendere interessi politici ed economici e mantenere il controllo di porzioni strategiche di territorio attraverso la loro militarizzazione.
Preoccupazione per il rispetto dei diritti umani. Gli abitanti dei ventidue municipi vedranno per un mese limitate le loro libertá costituzionali. Se le autoritá lo vorranno, potranno compromettere, nel pieno consentimento della legge, il diritto di libero transito, il diritto a riunioni e manifestazioni e avranno pieni potere nell’arrestare e interrogare qualsiasi persona senza bisogno di un mandato giudiziario. Lo “stato di assedio” é stato dichiarato in municipi che distano anche 150 chilometri da El Estor in aree dove lo sfruttamento indiscriminato dei territori delle comunitá indigene da parte delle multinazionali é piú violento. E tale misura ha generato parecchie inquietudine. Molti rappresentanti di queste comunitá, in un area del Paese dove la violenza statale é prassi, vedono nella narcoguerra dichiarata dal governo il pretesto per promuovere gli interessi delle imprese con l’appoggio delle forze armate e di polizia.
L’alleanza politico-militare-imprenditoriale. La preoccupazione é grande perché l’alleanza tra il settore politico, quello militare e quello imprenditoriale é una minaccia quotidiana per le comunitá e per la loro sopravvivenza. La sospensione di alcuni diritti costituzionali non fa che rendere piú vulnerabili gli attivisti e le attiviste che difendono i propri corpi e i propri territori ed é una chiaro avvertimento da parte dello Stato a non opporsi ai megaprogetti, alle idroelettriche, alle monoculture di palma africana e allo sfruttamento del suolo e dei boschi in queste regioni.

mercoledì 11 settembre 2019

Buongiorno, il 10 settembre sono atterrato a Milano Malpensa con un volo proveniente da città del Guatemala dove ho trascorso pochi giorni (10) ma particolarmente ricchi di emozioni che brevemente vi racconto. Intanto vi dico che ho visto un paese molto pericoloso dove è aumentata sempre più la violenza tra le persone e, viene proprio da dire, che ci si ammazza per il gusto di farlo. Tutte le mattine, appena sveglio, sul telefonino mi collegavo a la Prensa Libre, il quotidiano più letto nel paese, e, sempre, le notizie erano racconti di violenze tra uomini, di uomini contro le donne e tante nei confronti dei bambini. Su tutte, tre mi hanno particolarmente colpito: l'uccisione in pieno giorno di un autista di un autobus cittadino che in una zona della capitale è stato ammazzato e scaraventato per strada mentre era alla guida. Una storiaccia di una mamma che fotografava la figlia di 5 anni vendendo le foto via internet ad una persona negli Stati Uniti, guadagnando 50 dollari. L'imboscata nei confronti di 4 militari in una zona del Paese ai confini con il Belize e l'Honduras, zona ricca di piantagioni di Palma Africaca da cui si ricava l'olio usato nell'industria alimentare. Imboscata che ha provocato 3 morti e un ferito che si è salvato e ha potuto raccontare. Imboscata che ha causato una reazione immediata del governo del Guatemala con un coprifuoco, che non mi era mai capitato di vivere, in alcune regioni del paese compresa quella de El Progresso dove c'è il nostro progetto, il Comedor infantil, la nostra struttura. Coprifuoco che significa non poter fare nulla per 30 giorni una volta calato il sole, nemmeno ritrovarsi per strada in 3-4 persone per bersi una birra o fare quattro chiacchiere. Non è una bella sensazione e non si vive per niente bene in un contesto dove esci alla mattina ma non sai se ritornerai a casa alla sera. Questo è il Centro America, il Guatemala. Verrebbe da dire aggiungendo: " di cosa ti stupisci?". Gia! 

Non commento anche se una certa idea me la sono fatta, per rispetto del paese che ci ospita in solidarietà da 20 anni, perchè non conosco bene le dinamiche politiche e sociali e soprattutto perchè sarebbe una mancanza di rispetto giudicare ciò che vedo andandoci solo un paio di volte all'anno per poche settimane. Certo è che non è il massimo e più mi informo, più vedo cose che non capisco e spaventano. Poi c'è la parte turistica del paese che accoglie, coccola e difende. Però questo è un altro capitolo che andrebbe analizzato. E', ripeto, un paese sempre più complicato che ogni volta che ci vado mi sembra sempre peggio anche se ci sono realtà che ho incontrato e vogliono reagire, a fatica, riuscendoci. Il viaggio, per quanto riguarda i nostri progetti, è andato bene. Mi è servito passare del tempo con Alvaro, il nostro referente progettuale, per capire cosa si può fare per migliorare quello che stiamo facendo. Purtroppo è triste constatare che la salute non è una priorità per chi è povero ed essendo che spesso vivono alla giornata: “prima si mangia e poi quando ci ammaleremo...si vedrà. Va potenziato sicuramente il progetto del Sostegno a Distanza che coinvolge 40 tra bambine e bambini, 26 anziani e 7 giovani che frequentano il nostro Collegio aperto a gennaio di quest’anno. Sostenere a Distanza uno di questi bambini li aiuta veramente perché il denaro investito (200 euro all’anno) va a finanziare loro, che frequentano la struttura, per fornire educazione, cibo, intrattenimento e, in caso di necessità, cure sanitarie gratuite. Il sostegno degli anziani con il progetto “Bolsa Solidaria” che consiste nel fornire una volta al mese ad un anziano una borsa di alimenti, li aiuta nel diversificare ed integrare la loro alimentazione. Ricordiamo che in Guatemala gli anziani insieme ai bambini e alle donne sono una categoria del paese veramente fragile. E poi occorre potenziare l’Alojamento Santa Gertrudis e la piccola Tienda alimentare all’interno del Comedor Infantil. L’ Alojamento è 12 posti letto messi a disposizione dei viandanti che passano per lavoro o turismo dalle parti del Comedor Infantil. E’ sui vari motori di ricerca e sta, lentamente funzionando. Con 16 euro si dorme, con 3 euro si fa colazione e l’utile di cassa va a finanziare la struttura e le attività che in essa si svolgono. La piccola Tienda alimentare, un piccolo negozio, funziona perché la gente compra e, anche in questo caso, l’utile di cassa finanza il progetto. Poi c’è tutto il resto che è posti di lavoro, educazione, valori condivisi e la visione di un futuro per i bambini e gli anziani e le loro famiglie. Questo è e questo è ciò che mi porto a casa da un viaggio breve ma intenso di emozioni. Bisogna viaggiare per conoscere ed aprire la mente. Bisogna aver voglia di ascoltare ed osservare e soprattutto occorre cambiare rotta educandoci un po’ tutti alla solidarietà. C’è un gran bisogno di rimanere solidali perché non c’è alternativa e soprattutto ne vale la pena. Continuate a seguirci, se volete e potete.


venerdì 23 agosto 2019

Il 30 agosto parto e intanto (come sempre, purtroppo) brutte notizie arrivano dal Guatemala
Prensa libre, il quotidiano più letto nel paese, racconta che la malnutrizione acuta nei bambini è aumentata nei primi sette mesi di quest’anno (l’articolo di Andrea Orozco è datato 24 luglio) del 36% con 21 morti già registrati.
Un aumento del 36 per cento nei casi di malnutrizione acuta registrato in 19 dei 22 dipartimenti, secondo i dati del Ministero della Salute.
L'anno scorso il numero di bambini malnutriti acuti era di 6.131. Quest’anno c’è un aumento di duemila 187 minori che soffrono di mancanza di cibo.
La mancanza di cibo ha anche ucciso 21 bambini.
In 17 casi, i bambini hanno sofferto di grave malnutrizione acuta e hanno persino sviluppato kwashiorkor e marasmus, gravi malattie causate dalla mancanza di nutrienti.
La prima è una condizione i cui sintomi sono crescita stentata, perdita di massa muscolare, infiammazione della pancia e infezioni frequenti. Mentre il marasmo è una condizione in cui i glutei sono fortemente ridotti, le scapole sporgenti, il torace è piccolo e l'addome è disteso.
Pessima notizia che purtroppo non ci stupisce perchè frequentando il paese vediamo la fame e sappiamo che è una brutta bestia, ma lo è ancora di più tutto ciò che la produce: cambiamenti climatici, interessi delle multinazionali, stili di vita del nord del mondo che comunque, piaccia o no, sfrutta i paesi del sud. Se noi stiamo bene è perché c’è sempre qualcuno che sta male. 


 (Foto Prensa Libre: EFE)

sabato 3 agosto 2019

Se vi dovesse capitare di andare in Guatemala e passare dalle parti di Santa Gertrudis dove abbiamo il nostro progetto, beh, ecco la novità: da pochi giorni si può soggiornare, fare colazione, pranzare e cenare all'interno del nostro Comedor Infantil. Un'occasione di autofinanziamento creata dal nostro amico fraterno Alvaro Aguilar Aldana, referente Ains onlus da sempre. Il nostro è un lungo e paziente lavoro per cercare di rendersi utili per quello che si può. Vi aspettiamo se passate di li. Dimenticavo: tutto in regola pagando le tasse, facendo fattura. Ciò che rimane finanzia il progetto.


Quante volte in Guatemala con Alvaro si ragionava su come fare impresa per finanziare il Comedor Infantil e dare una speranza a chi vive nella baraccopoli di Santa Gertrudis. Apriamo una panetteria? Una pizzeria? Un supermercato? Un ristorante? Dovevamo prima o poi dare una svolta per non dipendere sempre e solo dalle donazioni. Anche, perche' la solidarieta' è importante, ma non solo. E poi,un giorno, ecco l'idea: booking e tutti quei sistemi di ospitalità affittando stanze. Ora ne abbiamo 6, di stanze, e aspettiamo viaggiatori perché la gente si muove a passa prima o poi anche da noi.


Il 30 agosto riparto per il Guatemala. Ho trovato un volo economico via Miami a poco più di 700 euro per fermarmi poco (9 giorni) e poi ritornare. Avevo in programma la partenza per ottobre ma in quel periodo ci sono troppe scadenze per cui ho anticipato. Andrò ad incontrare le amiche che fanno funzionare il Comedor Infantil, i professori e gli studenti del Collegio Tecnologico Solidale, i 40 bambini e i 26 anziani che tutti i giorni frequentano la struttura e poi per abbracciare Alvaro, la mente di tutto quello che stiamo contribuendo a costruire nella baraccopoli di Santa Gertrudis. Come sempre grazie a Giulia che mi permette di partire e....-30 alla partenza. 
Per chi volesse contribuire economicamente (non al viaggio, quello me lo pago come sempre io) al progetto, ecco il nostro IBAN IT70 W076 0111 3000 0004 6330 429. Continuiamo a rimanere solidali.


Non ricordo quanti anni fa era però so che eravamo in Guatemala su tra le montagne a Colmenas dove avevamo da poco iniziato il micro progetto di acquisto di capre. Era uno dei primi viaggi con Giulia.


sabato 29 giugno 2019








POTREMMO ESSERE NOI, SU QUELLE BARCHE ABBANDONATE IN MARE
Monica Triglia
Anni fa ho trascorso sei mesi con Medici senza Frontiere, un’esperienza da cui è nato un libro.
Ricordo bene quanto, i primi tempi, fossi presa ad appuntare situazioni e contesti e progetti che andavo visitando e a registrare interviste. Un impegno totalizzante, a cui si aggiungeva la concentrazione nel “salvare me stessa” dalle difficoltà di quei viaggi.
Erano difficoltà non solo materiali – che pure esistevano – ma soprattutto psicologiche, perché sbattere contro situazioni terribili di cui molto avevo letto ma niente visto si era rivelata una prova difficilissima per me.
Poi, all’alba dell’ultimo giorno dell’ultimo viaggio, in Malawi, è successo che mi affacciassi alla finestra di un ambulatorio di Msf. E lì, in quell’istante, ho finalmente visto. E capito.
Ho visto una fila lunghissima, centinaia e centinaia di metri credo, di mamme di non più di 15 anni che portavano sulle spalle i loro bambini. Ragazzine che avevano camminato tutta la notte scalze nella terra rossa di quel Paese per poter arrivare all’unico presidio medico dove avrebbero ricevuto i farmaci necessari a tenere sotto controllo la loro sieropositività. Erano state infettate dai mariti, ma mai avrebbero potuto parlare con loro della malattia, perché sarebbero state immediatamente ripudiate e cacciate di casa.
Non c’è possibilità di vita in Malawi per una donna ripudiata e cacciata.
Così quelle quasi-bambine si prendevano i figli in spalla. Ai mariti dicevano che li avrebbero portati dal medico. Anche se dal medico in realtà sarebbero andate loro.
Io mi ricordo bene. Quella fila lunghissima e il mio pensiero in quell’istante:
“Che cosa ho io più di loro? Cosa ho fatto io meglio di loro?».
La risposta, ovvia, era niente. Non avevo niente di più o di migliore rispetto a quelle donne, se non la fortuna gigantesca di essere nata in un’altra parte del mondo.
Ecco, oggi io vorrei che quelli che abbandonano in mare per giorni poche decine di disperati, che quelli che fanno leggi per ricacciarli nei lager libici, che quelli che lasciano morire un papà e la sua bambina al confine degli Stati Uniti (nella foto in alto) “perché qui tutti non ci stanno”, che quelli che urlano “chiudiamo i porti” e se ne fanno vanto, ecco vorrei che per un attimo si fermassero su quel mio stesso pensiero.
Potremmo essere noi su quelle barche in mezzo al mare. Potremmo essere noi in fondo al mare. Potremmo essere noi  rinchiusi in un Paese che tortura e uccide. Potremmo essere noi a morire al confine di un Paese che non ci vuole.
Potremmo essere noi. Che non abbiamo altri meriti se non la fortuna di essere nati qui.












lunedì 3 giugno 2019

GIUSEPPE DEZZA beyond the image
El Salvador, 1990 — 1996


VENERDI 7 GIUGNO 2019 – ORE 21           SALA DELL’ORATORIO SACRA FAMIGLIA                   PIAZZA PREALPI                  SARONNO (VA)

PROIEZIONE DI IMMAGINI DIALOGANDO CON L’AUTORE

sabato 20 aprile 2019

Giornata Medica ed Infermieristica

La giornata Medica, ginecologica ed Infermieristica nella nostra piccola clinica all'interno del Comedor Infantil Casa 4 luglio è stata pensata e realizzata perchè, anche qui, ce nè bisogno.Non c'è altro da dire!!!! In Guatemala la sanità di qualità è privata. Quella pubblica è di qualità per quanto riguarda il personale ma non c'è materiale, non ci sono attrezzature e se ci sono, quando si rompono, non vengono aggiustate per cui o hai i soldi oppure non ti curi. Ecco perchè, pur con tutti i limiti, un piccolo ambulatorio come il nostro, in una baraccopoli con un sacco di problemi di fragilità, dove vivono 700 persone, ha la sua utilità quanto meno in una primissima fase dove si interviene somministrando farmaci se i problemi non sono gravi e soprattutto è utile per quanto riguarda il tema della prevenzione, sempre troppo spesso sottovalutata. Vogliamo parlare dell'educazione sanitaria che chi la dovrebbe fare non la fa? Due cose piccole ma importantissime: la clinica è accreditata dal Ministero della salute del Guatemala; qui ci lavora, oltre al Medico, un'Infermiera che abbiamo assunto per fare un lavoro di assistenza e cura domiciliare. Di questo noi ne andiamo veramente fieri ed orgogliosi perchè siamo Infermieri e perchè un'Infermiera a domicilio, se ci pensiamo bene, in una baraccopoli ha un'utilità enorme.






Grazie a Buone Notizie, settimanale del Corriere della Sera per averci dato spazio e grazie a Paola D'amico per la gentilezza e la professionalità.


Il Minimarket

Il minimarket con prodotti a prezzo calmierato all'interno del Comedor Infantil casa 4 luglio nasce perchè c'era bisogno di vendere prodotti a prezzi economici, comprati preferibilmente dal produttore cercando di by passare la grande distribuzione. iniziammo vendendo mais e fagioli comprati dal contadino. Ora vendiamo un po' di tutto anche perchè la gente ha bisogno di un po' di tutto. Rimane comunque l'idea di base: mais, fagioli, riso, uova, farina, zucchero e tanto altro, dove possibile, comprati dal contadino o dal produttore etico. Non è facile ma ci proviamo, ci provano soprattutto gli amici che vivono in Guatemala, che conoscono la realtà e fanno funzionare la struttura. Ultima cosa: l'utile di fine anno va a finanziare le attività che si svolgono all'interno del Comedor Infantil. Anche per questo abbiamo deciso ci aprire la piccola bottega.






lunedì 18 marzo 2019

Cosa succede nelle mense della carità? Quali storie si intrecciano al loro interno e cosa ci possono raccontare della povertà? Proseguono gli appuntamenti organizzati da BorgoAttivo per l’approfondimento e il sostegno alle fasce di popolazione più fragili. Sabato 23 marzo, ore 17, salone Sacro Cuore a Pavia.


martedì 5 marzo 2019


ALLOISIO E LA SUA CHITARRA IN MISSIONE IN GUATEMALA                                        
Il musicista è rientrato dal viaggio fatto con Ains, onlus che fa cooperazione.

La musica non ha frontiere e con questa certezza il musicista e chitarrista pavese Massimiliano Alloisio è tornato dalla sua esperienza in Guatemala. Un viaggio promosso da Ains (l'associazione pavese di nursing sociale che da anni ormai si occupadi progetti a favore del controamerica), con un obiettivo: regalare la bella musica di Alloisio a chi non ha mai sentito un concerto in vita sua, dai bambini che vivono nelle baraccopoli alle donne maya che passano le giornate a raccogliere caffè sull'altopiano di El Bosque. Alloisio è stato accompagnato nel suo viaggio dal presidente Ains onlus Ruggero Rizzini e da giuseppe Dezza, fotografo italiano che ha sposato la causa di Ains onlus e che attualmente vive a San Francisco ma gira tutto il mondo per il suo lavoro di fotoreporter nelle zone difficili del pianeta. Le sue foto diventeranno una splendida mostra che approderà a Pavia e arriverà anche nelle baraccopoli del Guatemala, per regalare  un altro sogno: quello di poter vedere una volta nella vita una immagine familiare che li immortali. "Non ero mai stato fuori dall'Europa - commenta il musicista pavese - quindi tutto per me è stato emozione allo stato puro, a partire dai contrasti tra le etnie e tra gli stili di vita in quel traffico che aveva l'apparenza di un caos ordinato in cui tutto i fondo aveva una logica. Suonare nella baraccopoli di Santa Gertrudis, vicino a Guastatoya, è stato bellissimo. I bambini non avevano mai visto una chitarra e quindi erano molto emozionati nell'avere la possibilità di provare a toccarla e suonarla.

La loro gioia mi è rimasta nel cuore, sono stato ore ad accompagnarli nelle loro filastrocche, fino ad avere i crampi alle dita. Era bellissimo". Alloisio ricorda anche con piacere il concerto tra i coltivatori di caffè creoli e i raccoglitori maya, a 1500 metri di altezza, laddove c'era inizialmente un clima di diffidenza che la musica ha sciolto sino a trasformarlo in un'atmosfera di amicizia e di allegria, dove regnava poi la corsa a fare le foto con gli ospiti. "Il nostro concertoera pubblicizzato con una locandina scritta a a mano - spiga Alloisio . c'era scritto che avrebbero suonato degli stranieri italiani...e poi una clausola quasi obbligatoria per esibirsi era quello di imparare il loro brano tradizionale "Luna di Xelaiù", una sorta di "O sole mio" guatemalteco. Una specie di lasciapassare. 
Quindi l'ho ascoltato e poi l'ho arrangiato". Emozioni forti,che per un musicista come Alloisio sono confluite  in un nuovo brano, nato proprio nei pochi momenti liberi avuti nella baraccopoli e a cui ora sta lavorando per le rifiniture. "Diciamo che è ispirato a tutti i contrasti che ho conosciuto in quella terra guatemalteca, che si riflettono nelle sonorità differenti di questo mio nuovo lavoro. Per me è stata anche l'occasione per confrontarmi con gruppi indigeni, per ascoltare esibizioni di marimba e per attuare numerosi scambi musicali". (Daniela Scherrer - La Provincia Pavese del 12 ottobre 2018)

Alla ricerca

CERCHIAMO INFERMIERI DISPOSTI A METTERSI A DISPOSIZIONE
Settimana prossima termineremo il secondo percorso sull'igiene, una serie di incontri insieme ai ragazzi dello SFA (Servizio Formazione all'Autonomia) del comune di Pavia. Ragazzi con disabilità varie che hanno bisogno di sapere, imparare, conoscere. Continua, invece, l'altro percorso con i frequentatori del Centro Diurno IN&OUT di Pavia, frequentato da una trentina di senza fissa dimora che in questo luogo trovano occasioni di condivisione, cibo, docce ed educatori formati che li accompagnano e li seguono. Noi di Ains onlus ci siamo. Ci siamo messi a disposizione e....stiamo crescendo professionalmente ed umanamente perchè un conto è leggere di chi sta male, un altro è incontrarlo, guardarlo negli occhi, ascoltarlo. Camminare, camminare, continuare a camminare per crescere sempre di più per cui per poter continuare a dare il nostro contributo cerchiamo INFERMIERI DISPOSTI A METTERSI A DISPOSIZIONE, che abbiamo voglia di mettersi in gioco raccontando quello che sanno fare a chi non sa perchè c'è bisogno di tanta formazione, di educazione sanitaria e azioni concrete di prevenzione. Vi aspettiamo, cercateci al 339 2546932 (Ruggero)

reciclando plastico al Comedor Infantil

Don Cayo reciclando plastico al Comedor Infantil.
Certe volte si pensa che Coscienza Civica non sia di chi vive in condizioni di povertà estrema. Invece, come dimostrano le due foto, anche vivere in una baraccopoli come è quella di Santa Gertrudis significa avere dignità e tenere al proprio ambiente in cui si vive facendo la raccolta differenziata e dando, come nel caso di Don Cayo, anche la possibilità di guadagnare qualche quetzales.



mercoledì 27 febbraio 2019

In ottemperanza alla Legge 4 agosto 2017, n.124 - articolo 1, commi 125-129, relativa all’adempimento degli obblighi di trasparenza e di pubblicità, si pubblicano i contributi pubblici ricevuti nell’anno 2018.
AINS onlus (Associazione Italiana Nursing Sociale) - Codice Fiscale dell'Associazione. 01885520187

1)
Data ricezione contributo: 6/6/2018                                                                                                                 Somma ricevuta: 25.771,00
Soggetti erogatori: Co.Ge e Regione Lombardia                                                                                         Causale: 1° trance del contributo sul progetto "BORGO ATTIVO" finanziato dal Bando Volontariato 2018

2)            
Data ricezione contributo: 16/8/2018
Somma ricevuta: 2.408,39 euro 
Soggetto erogatore: Ministero delle Politiche Sociali
Causale: Cinque per mille anno 2016

3)
Data ricezione contributo: 21/11/2018
Somma ricevuta: 100 euro 
Soggetto erogatore: Comune di San Martino Siccomario (PV)
Causale: Contributo per realizzazione evento nella “Settimana Sanmartiniana”

4)
Data ricezione contributo: 29/11/2018
Somma ricevuta: 10.000 euro 
Soggetto erogatore: Comune di Pavia
Causale: contributo nell’ambito della progettualità di Pavia Partecipa


martedì 26 febbraio 2019

[Lettera 10 dal Guatemala]


Lettera aperta a tutte quelle persone che credono che valga la pena investire in solidarietà

Mercoledì 23 gennaio alle 18 e 45, ora del Guatemala, sono ripartito per l'Italia passando da San Salvador e poi Madrid. Quelli trascorsi in Guatemala sono stati 10 giorni intensi nella loro prima parte e di ascolto nei successivi. Ascolto e meditazione su quello che abbiamo fatto e quello che manca ancora per chiudere il cerchio, poco, in verità. Quando abbiamo iniziato, il 4 luglio del 2012, avevamo in testa una cosa sola e molto semplice: dare la possibilità ad un gruppo ristretto di bambini della Comunità di Santa Gertrudis di poter pranzare decentemente almeno una volta al giorno. Poi, partiti, ci siamo resi conto che non bastava dare loro un pasto ma bisognava tenerli il più possibile lontano dalla strada e allora abbiamo deciso di investire in una maestra che potesse, attraverso il dopo scuola, tenerli all'interno della struttura qualche ora in più. Con la maestra ci siamo resi conto che il loro rendimento scolastico migliorava    (quasi tutti, quel primo anno, furono promossi) e allora ci siamo spinti un po' oltre con l'inserimento di una volontaria che insegnasse loro l'importanza della manualità messa a disposizione dell'ambiente riciclando carta e plastica. Ma non solo: c'era bisogno di altro e allora mettemmo in piedi il cineforum e il corso di musica. E se si ammalavano? Perchè non aprire un ambulatorio? Chiedemmo l'accreditamento al Ministero che ce lo diede e aprimmo anche una farmacia popolare grazie all'aiuto di Caterina e della sua organizzazione per essere d’aiuto anche a chi vive nella baraccopoli perchè non si ammalano solo i bambini ma anche i loro fratelli e i genitori. Ecco fatto, il cerchio lentamente stava prendendo forma. Ma a Santa Gertrudis, però, non ci sono solo i bambini. C'è una fascia della popolazione fragile che anche in Guatemala arriva sempre per ultima: gli anziani. E allora decidemmo di dare una mano anche a loro. Ne scegliemmo 26 e con loro iniziammo un percorso lento, ma importante. Due pranzi regalati al mese per poter stare con i 40 bambini e poi, quello che ci è sempre sembrata una bella idea: regalargli ogni mese una borsa di alimenti. Chi può lascia un contributo (una borsa contiene zucchero, riso, caffè, fagioli, olio, mais, margarina, pasta, ecc.) per un valore di 8 euro). Però si presentò un problema: dove li compriamo questi alimenti? Al supermercato? No, per carità!!!! Non lo facciamo a Pavia, lo facciamo qui in Guatemala arricchendo chi già lo è? Pensammo: e se all'interno del Comedor aprissimo una piccola tienda, un negozio dove vendere prodotti come mais, fagioli, riso, pasta e tutto quello che serve tutti i giorni compreso il caffè, lo zucchero e magari compriamo direttamente dal produttore by passando gli intermediari risparmiando anche un po’ facendo guadagnare chi produce? 


D'altronde lo facciamo a Pavia comprando a km zero!!!! Bene, partimmo perché solo iniziando si può sapere quello che poi succederà. Un successo. Addirittura gli anziani contribuivano con 10 quetzales al mese che veniva e viene tuttora investito nella struttura, nel Comedor e nelle sue attività perchè il povero, chi non ce la fa, ha comunque una sua dignità e vuole contribuire. Il cerchio, intanto cominciava veramente a chiudersi ma mancava ancora qualche cosa. Mancavano occasioni di autofinanziamento. Dovevamo pensare ad una progettualità in loco per non dipendere totalmente da noi, dai sostenitori italiani. Ecco allora che, lavorando lavorando quotidianamente e con serietà, poi alla fine si viene premiati. Ecco allora che un giorno si presentano al Comedor due persone, due professori universitari in cerca di spazi dove far studiare i loro alunni. Ecco allora che l'idea di Alvaro, di costruire a proprie spese un secondo piano rialzato con l'obiettivo di affittarlo come luogo di ritrovo e riunioni viene premiato. I due professori si informano, fanno domande per capire e chiedono se la struttura può ospitare 70 studenti tutti i sabati dell'anno perchè loro hanno tanti studenti e servono aule. Chiaramente in affitto. Chiaramente è un si accordandoci sul prezzo. Una fonte di autofinanziamento, questa, che ci costringe a migliorare ancora di più la struttura che dal lunedì al venerdi ospita i 40 ragazzi e poi, il sabato gli universitari. E poi c'è la dottoressa che il sabato visita e l'infermiera domiciliare e la gente comincia ad arrivare, il luogo vive. La nostra idea di luogo aperto sta prendendo sempre più forma. Il sogno si sta realizzando insieme alla preoccupazione di non farcela. ma poco importa perchè sappiamo che se si lavora bene, con impegno, responsabilmente e idee chiare si viene premiati e la gente lo sa ed è disposta ad investire, a crederci, quando glielo si racconta per chiedere aiuto. Bene, ora mancava poco per arrivare al termine del nostro ragionamento iniziato sei anni fa correndo veramente molto e sempre con un'attenzione particolare a non fare il passo più lungo della gamba. Arriviamo a gennaio dell'anno scorso, del 2018. Ad atterrare a Città del Guatemala stavolta siamo in sei: Giulia, io e 4 amici con la voglia di conoscere il progetto e fare un po' di turismo nel paese. Per affittare gli hotel risparmiando ci affidiamo a Booking. Intanto non ci accorgiamo che Alvaro osserva. Ritornati in Italia, tre mesi dopo, mi comunica di aver caricato sulla pagina di Booking le foto di tre stanze del Comedor e, come per magia, i primi viandanti arrivano. Prende vita un'altra occasione di autofinanziamento e chi arriva sosta in una struttura che sorge a 100 metri da una baraccopoli. Ma non è questo il punto, la questione: chi viene a dormire contribuisce a finanziarla e se vuole fare colazione può bere caffè prodotto nella comunità de El Bosque mangiando miele e marmellata del piccolo produttore. Insomma, una colazione all'americana bio o quantomeno solidale. Manca poco a tirare definitivamente le fila di tutto. Intanto parte la collaborazione con due realtà sociali italiane: Shadilly e la Giostra del Sorriso per mantenere aperto l'ambulatorio de El Bosque. 

Ad Alvaro chiedono di esserci come responsabile progettuale riconoscendogli il rimborso delle spese per andare avanti e indietro una volta al mese. Un'altra occasione di fare rete si concretizza e avanti piano ma sempre avanti. Però mancava ancora qualche cosa, il cerchio non si stava ancora chiudendo. E' vero, i 40 bambini che frequentano la scuola media ed elementare di Santa Gertrudis vengono, pranzano, giocano, imparano, stanno tra di loro, si divertono, imparano, solidarizzano ma, quando hanno terminato i tre anni delle scuole medie? Dove vanno? Che fanno? Ecco allora che si decide di fare domanda al ministero dell'educazione per essere accreditati ed aprire un collegio tecnologico che, se ci sono le condizioni e sarà un si, verrà chiamato Solidale. Il progetto viene presentato, l'amministrazione comunale vicina a Santa Gertrudis contribuisce alle spese dei documenti, c'è l'ok dell'ingegnere che dopo una verifica e l'equivalente di 600 euro dice che si può fare. Bisogna solo aspettare. Attesa che si interrompe a metà dicembre. finalmente si può partire con la campagna reclutamento studenti. la ricerca degli insegnanti e il 14 gennaio i primi 10 studenti iniziano il loro percorso scolastico. Finalmente il circolo si chiude. 
Ora non ci resta che continuare a lavorare e…abbiamo bisogno di tutti voi per continuare a rimanere solidali.