Prendo in prestito un paio di pagine dal libro “Boliviario”*
(EMI edizioni) di Gabriele Camelo, attualmente autore di reportages presso
TV2000.
“Questi ragazzi sono sensibili non tanto allo spettacolo, al
divertimento,alla musica,alla goliardia, all’energia e agli applausi e alle
risate in comune, quanto ad apprendere come si fa un palloncino: non scariche
di adrenalina, ma un lento costruire. Fra vedere una sputata di fuoco con
musica dei Morcheeba e gonfiare un palloncino nel silenzio – io e due/tre di
loro – preferiscono mille volte il silenzio e la pompetta che gonfia. In Italia
mi preoccupo di far divertire. Ogni occasione di stare insieme è un’occasione
per far battute e ridere insieme. Qui no, qui lo stare insieme sembra non
esistere : ognuno si prende il suo palloncino e – in disparte e con pazienza –
prova ad apprender. Questo verbo, apprender, sembra avere molto effetto su
di loro. “Quieres que te lo hago o quiete apprender?” (“Vuoi che te lo faccio
io, il palloncino, o vuoi imparare a farlo?”). La risposta è sempre: “Apprender”.
Non è sempre così in Italia, dove i bambini – ad esempio – vogliono tutto e
subito, e in genere preferiscono avere subito fra le mani un bel cuoricino con
gli uccellini che si baciano. Sto cercando di capire com’è il mondo di questi
ragazzi per entrare e scoprire dove stanno i loro punti vitali, e invitarli a
vivere. Per ora conosco solo le parole rubare,
molestare, picchiare. Eppure sono sempre stato affascinato dall’idea che lì
dove c’è apparentemente nero e schifo ci sia – nascosta – una vita –incredibile
vita – da far fiorire. Così è sempre per la sofferenza: la sofferenza, come la
rabbia, è un’energia che può essere usata per distruggere o per costruire. Lì dove
c’è lo schifo c’è la bellezza. Apprender:
questa è una parola vitale per loro. "
* BOLIVIARIO è un
diario senza date nel quale l'autore racconta - con grande forza, passione e in
uno stile brillante - la sua esperienza di volontario del VIS tra i bambini,
gli adolescenti e i giovani emarginati a Santa Cruz de la Sierra, in Bolivia. I
racconti che si susseguono sono molto veri e, nella loro drammaticità, aiutano
il protagonista a riscoprire il senso della vita, il significato dell'essere
cristiani oggi. Attraverso questo diario, l'autore ripercorre tappe e passaggi
salienti della sua esperienza; descrive la fatica di essere accolto in
determinati contesti, la fatica di... scalfire la durezza degli emarginati;
l'aggressività dei bambini diventati vecchi prima di aver potuto diventare
persone adulte... E, insieme alle tante delusioni,racconta le piccole-grandi
conquiste: il sorriso sbocciato improvviso negli occhi di un bimbo, le
confidenze ricevute di un adolescente, gli spaccati d'animo di molti, scoperti
con sorpresa.
* BOLIVIARIO è un
diario senza date nel quale l'autore racconta - con grande forza, passione e in
uno stile brillante - la sua esperienza di volontario del VIS tra i bambini,
gli adolescenti e i giovani emarginati a Santa Cruz de la Sierra, in Bolivia. I
racconti che si susseguono sono molto veri e, nella loro drammaticità, aiutano
il protagonista a riscoprire il senso della vita, il significato dell'essere
cristiani oggi. Attraverso questo diario, l'autore ripercorre tappe e passaggi
salienti della sua esperienza; descrive la fatica di essere accolto in
determinati contesti, la fatica di... scalfire la durezza degli emarginati;
l'aggressività dei bambini diventati vecchi prima di aver potuto diventare
persone adulte... E, insieme alle tante delusioni,racconta le piccole-grandi
conquiste: il sorriso sbocciato improvviso negli occhi di un bimbo, le
confidenze ricevute di un adolescente, gli spaccati d'animo di molti, scoperti
con sorpresa.
Nessun commento:
Posta un commento