Rientrati al
comedor
Siamo rientrati ieri sera verso le
19, ora locale, al Comedor dopo tre giorni trascorsi tra Chimaltenango, Patzun,
Antigua e Città del Guatemala. Tre giorni intensi e faticosi (la sveglia è
sempre stata tra le 5 e le 6 del mattino tranne ieri alle 4 perchè bisognava
partire alle 5 per non trovare traffico. Vi dico solo che da Antigua a Città
del Guatemala ci saranno 35 km, più o meno, e ci abbiamo messo 2 ore per
arrivare dove dovevamo arrivare. Ma si sa, il Guatemala è così!). Tre giorni
intensi e voluti (l'alternativa era rimanere al Comedor da solo) che mi hanno
fatto capire quanto sia faticoso il lavoro di Alvaro e dei suoi collaboratori
(sono 7 in tutto il paese i "responsabili" della ONG UNBOUND) e si
fanno un mazzo tanto!!!! E' vero, prendono un buonissimo stipendio ma vi
assicuro che dormire tutti i giorni in un albergo diverso e soprattutto
mangiare in ristoranti di dubbia qualità non è il massimo. E poi i km in
macchina in mezzo al traffico. Non c'è niente da dire: sono bravi e stanno
lavorando veramente bene (per quel poco che ho potuto vedere). Oggi è giornata
di riposo, come lo sarà anche domani, ma soprattutto l'occasione per
confrontarmi con Alvaro e parlare di un po' di cose. Non voglio passare per il
solito entusiasta però, più vengo qui e più mi convinco che stiamo realizzando
un piccolo cambiamento che richiede certamente piccoli sforzi quotidiani ma ne
vale la pena perchè, ad esempio, attraverso i nostri sforzi c'è chi ha la
possibilità di lavorare (solo questo ci dovrebbe rendere orgogliosissimi di
quello che stiamo facendo). Vi dico questo: in questi tre giorni passati in
giro per il paese, nei tempi morti, ho potuto leggere parecchio e nello
specifico un libro "Il bio non è una bufala" di Stefano Genovese, un
volume per far conoscere ai lettori la sostenibilità e la genuinità dei
prodotti BIO attraverso il racconto di chi il BIO lo produce. Bene, c'è un
incontro che l'autore fa con il fondatore della Cooperativa IRIS BIO il quale,
ad un certo punto dice una cosa, secondo me importantissima: " Partecipiamo a duecento serate all'anno
organizzate nei GAS, i Gruppi di Acquisto Solidale, e nonostante quella
"S", non c'è mai stato nessuno in quelle serate che ci abbia chiesto
quante persone lavorassero da noi. Non interessa a nessuno (per la cronaca sono
65, più l'indotto)". Lo sappiamo benissimo che il lavoro è
importantissimo e fondamentale per essere autonomi. Figuriamoci in un paese
come il Guatemala dove la precarietà è, permettetemi questa battuta, scritta
nella Costituzione. Guardando come vivono glia altri ci si rende conto della
fortuna, nonostante tutto, che abbiamo noi in Italia.
Qui non c'è nessun diritto, nessuna
possibilità di crescita (non esagero) e il domani non è assolutamente sicuro.
C'è una precarietà che fa paura. Ritornando a noi e ai nostri piccoli
sforzi...si, ne vale la pena anche perchè il Comedor sta sempre più diventando
un luogo riconosciuto e “temo” che siamo destinati a crescere sempre di più.
Partire con la scuola, il Collegio Tecnologico Solidale, ad esempio, in questo
momento è importante perchè, nonostante ci siano solo 10 studenti, confidiamo
nella qualità dell’istruzione fornita che è fondamentale in un contesto come
questo. Certo, è impegnativo ma occorre entrare in una logica di investimento.
Se Alvaro non avesse investito denaro suo, non sarebbe partito il sistema di
affitta camere con Booking che lentamente lentamente, ci sta facendo
conoscere e soprattutto sta portando denaro che viene reinvestito nella
struttura. Per Booking le spese sono minime con un buon guadagno. Certo, la
scuola, il Collegio Tecnico Solidale, richiede un investimento però, come in
tutte le cose occorre farlo per crescere. Bisogna comunque, anche, ragionare (lo
farò con Alvaro) su eventuali tagli per risparmiare mantenendo i servizi senza
licenziare nessuno. Questa è la sfida che abbiamo davanti. Sono fiducioso? Si
perchè Alvaro ha le idee chiare e soprattutto ha un obiettivo che condivido e
ciò quello di creare le condizioni affinchè possa diventare, il Comedor, una
struttura completamente autofinanzaibile. Poco a poco, un passo alla volta
continuiamo a fare quello che si può, continuando a rimanere solidali.
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