mercoledì 14 febbraio 2018

Me l'hanno raccontato e ancora, dopo ore, faccio fatica a crederci perchè non è possibile che ci sia qualcuno così.
"Il figlio di un uomo che sta morendo è in corridoio e sta telefonando non si sa a chi ma probabilmente un parente, dicendogli che non c'è più niente da fare, che è inutile sperare in un miglioramento e che se anche si sente qualcun altro, non è mica Dio, oramai non si può più fare niente. Ad un certo punto esce da una stanza un'infermiere che dice al signore c...he non può stare in corridoio e che se deve telefonare deve uscire.".
Provate ad immaginare la scena: la disperazione di quel figlio, l'Infermiere che dice una frase così, lui che forse non comprende a pieno ciò che gli è stato detto ma si scusa e si sposta.
Chi mi ha raccontato questa storia mi ha detto che la criticità della situazione durava da almeno una settimana per cui quell'infermiere non poteva non sapere e non vedere.
Da questo racconto cosa concludo?
La sanità non è disumana, i contorni si.

Non sto buttando merda contro la mia professione che mi piace ancora. E' solo che non è possibile che un collega sia così insensibile, indifferente al dolore e al disagio altrui, così stupidio e distante all'altro.
E' vero quello che canta De Andrè e cioè che "il dolore degli altri è un dolore a metà" però, non può esserlo per chi fa una professione come quella infermieristica. Non dobbiamo farci carico del dolore degli altri però capirlo si. Sarò un illuso, sarò un povero sognatore, sarò quello che si vuole, credo però che fare l'Infermiere sia altro, soprattutto capire la situazione, i vari contorni.
 

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