sabato 11 aprile 2020

E' una situazione pesantissima e se non pensiamo a quello che sarà o potrebbe essere, sarà ancora peggio. Dobbiamo pensare ora, in questo momento, a delle possibili soluzioni per il mondo del volontariato affinché le associazioni non chiudano perché questo è il rischio che è grosso visto che da 5 settimane tutto è fermo, bloccato e raccolta fondi non se ne fa più come non si fa sensibilizzazione sui temi della povertà e delle disuguaglianze. Chi lo sta facendo, come la nostra associazione, destina il denaro raccolto al progetto "borsa della spesa solidale" per ii ragazzi senza fissa dimora seguiti a IN&OUT alla Casa del Giovane. Ma noi abbiamo anche i progetti in Guatemala e qui siamo fermi. Se l'associazionismo muore, il COVID-19 si sta impegnando per farlo morire, qualcun altro ci deve pensare. La politica? Sicuramente! Il buonsenso di chi può dare una mano? Anche! I giornali, la televisione, i mezzi di informazione? Si perchè lanciare delle campagne di sensibilizzazione aiuta e serve!
I volontari? Soprattutto noi cercando alternative e continuando a fare quello che sappiamo fare. L'Associazionismo? Assolutamente si mettendosi insieme, in rete!
Speriamo che il COVID-19 ci faccia veramente capire che DA SOLI NON SI VA DA NESSUNA PARTE e che NESSUNO SI SALVA DA SOLO.

Speriamo che il COVID-19 ci insegni che non serve avere tre-quattro-associazioni che fanno la stessa cosa perchè si rischia di sprecare tempo e disperdere energie.
Che chi aiuta i poveri con progetti di cooperazione in un paese, all'estero o in Italia, deve impegnarsi a fare rete insieme ad altre associazioni perchè non ha nessun senso fare da soli, perchè così non si perde tempo e non si sprecano energie e denari.
Il COVID-19 ci deve insegnare che un progetto lo facciamo per gli altri, per chi ha bisogno, non lo facciamo per noi!!!
E se non lo facciamo per noi non capisco perchè non farlo insieme.
E poi c'è tutto l'altro aspetto, quello della denuncia.
Se non si fanno cose, non si riesce nemmeno ad avere il punto della situazione di ciò che è la realtà, con il rischio di dare per scontato e normale che succedano cose che normali non sono come lo sfruttamento, l'abuso di potere e il non garantire i diritti che ogni essere umano deve avere.
Ora è il momento di pensare per agire.
Butto li una proposta semplice semplice: possiamo iniziare a chiedere ai nostri amministratori locali, dei nostri comuni, che intenzioni hanno per salvare il mondo del volontariato?
Partiamo dal basso per trovare insieme una soluzione, una alternativa per educarci a prevenire un possibile disastro sociale?
Scusate ma è il momento di pensarci.
Ruggero, Infermiere e volontario AINS onlus

Nessun commento:

Posta un commento