domenica 24 febbraio 2019

Buongiorno, iniziamo oggi la pubblicazione del diario di permanenza al Comedor Infantil-Casa 4 luglio, la struttura che stiamo aiutando a crescere in Guatemala dal 4 luglio 2012 in collaborazione con l'Associazione locale Moises Lira Serafin. Il racconto dei 10 giorni trascorsi dal 14 al 24 gennaio 2019, viene pubblicato per raccontare l'evoluzione del progetto nel tempo e per raccontare cosa stiamo realizzando. Grazie e buona lettura.

[Lettera 1 dal Guatemala]

In Guatemala a parlare di scenari ambiziosi e mondi possibili


 

Sono arrivato ieri sera a Città del Guatemala dopo un viaggio lungo ma tranquillo passato a leggere, ascoltare musica, vedere tre film e dormire fin quando il male da postura obbligata me lo ha permesso. Alla fine sono partito da solo perchè in aeroporto a Milano Gabriele è stato male (appena arrivati e parcheggiata la macchina ha iniziato a vomitare probabilmente per una congestione per quello che ha mangiato la sera prima) per cui ha dovuto rinunciare alla partenza. Il medico dell'aeroporto che l'ha visitato non lo avrebbe comunque fatto partire viste le condizioni in cui era. Con lui è rimasta a Milano, com’era logico, la figlia per cui eccomi qui al Comedor da solo. C'è stato un attimo che anch'io ho messo in discussione la partenza ma poi, Gabriele mi ha convinto a partire perchè in effetti, forse, non aveva gran che senso rinunciarvi. Arrivato a Città del Guatemala ho incontrato Alvaro che vi saluta e, devo dire, che l'ho visto veramente bene: allegro, rilassato, propositivo. Mi ha raccontato che il suo lavoro va bene, il Comedor anche e poi abbiamo iniziato a parlare di questa bella avventura che oggi, martedì 15 gennaio, partirà: il Collegio Tecnico Solidale. E' una nuova avventura a cui crediamo moltissimo perchè inaugurare una scuola significa dare la possibilità a dei giovani di progettare il loro futuro (pensare a scenari ambiziosi e mondi possibili) ma anche creare altri nuovi posti di lavoro. Saranno infatti 6 gli insegnanti che attraverso questa opportunità avranno la possibilità di lavorare e migliorare il loro tenore di vita. La scuola, quest'anno, parte con 10 studenti (pochi? tanti?  Il massimo sarebbe stato averne 20 ma i tempi sono stati molto stretti per cui partiremo con questi 10 ragazzi) ed è importante farla partire per far si che, lentamente si arrivi a regime. Ogni ragazzo/a pagherà una quota mensile di 150 quetzales (più o meno 18 euro) questo perchè non possiamo permetterci di garantire tutto gratuitamente (lo faremo per chi non potrà attivando borse di studio).


Più studenti ci saranno, più fondi entreranno e più utile ci sarà che servirà per finanziare il Comedor Infantil. Ricordiamo che la scuola come la farmacia, la dispensa, l'accordo con l'Università e il sistema di affitto camere con Booking, sono stati creati ma ancora prima pensati da Alvaro, per far si che la struttura diventi sempre più autofinanziabile. Oggi cercherò di capirne ancora di più parlando con Alvaro, che mi ha anticipato un po' di costi che vi manderò, però, intanto vi dico che, ad occhio, le attività nella struttura stanno diventando sempre più numerose, che significa più gente che la frequenta, più protezione da parte della gente che vive nella Baraccopoli di Santa Gertrudis e soprattutto un percorso verso il far diventare il Comedor Infantil un bene comune di chi lo frequenta. Dopo l'inaugurazione partirò con Alvaro per Chimaltenango seguendolo nel suo lavoro (l'alternativa è rimanere qui da solo) andando un po' in giro con lui come avevo fatto qualche anno fa soggiornando per hotel ma soprattutto ascoltandolo per capire come lavora e com'è il suo mondo. Poi a me piace molto girare per il paese perchè ritengo sia un'occasione per imparare. Ritorneremo sabato per riposare un paio di giorni e poi mercoledì prossimo ho già il volo di ritorno. Concludo dicendovi che mentre vi scrivo, c'è un sottofondo di attività che, se tanto mi da tanto, viste le premesse, sono la base della crescita di questa struttura che quest'anno compie 7 anni. 7 anni dove, grazie al lavoro di tutti, si è corso velocemente sempre con i piedi ben saldi a terra


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